Si tratta dell’olio intitolato “Antonio, Peppino e il cane Barone”, soggetti protagonisti di una grande tela di cui si parla anche nell’opera letteraria “Cristo si è fermato a Eboli”. “L’Amministrazione provinciale riconosce nelle espressioni pittoriche e letterarie di Carlo Levi, di cui si celebrano i 120 anni dalla nascita, l’impegno di un’intera esistenza. Una vita in cui hanno prevalso i segni di un messaggio esistenziale e con esso la volontà conoscitiva e politica espressa ai più alti livelli. E’ il modo migliore per accostarsi a un’opera in grado di dare senso a una classicità che da sempre esprime l’affermazione dei valori umani e ribadisce costantemente la loro permanenza.
Nel caso della Basilicata, emergono con grande attualità le espressioni di un Sud comune a tanti Sud del mondo. In questa prospettiva, Carlo Levi, è riuscito a dare centralità ai margini offesi e dimenticati di un’altra Italia. L'invito implicito è, quindi, quello di cogliere con sguardo libero la profondità di ciò che ci circonda e apprezzare quella vivente verità capace di rompere i muri che resistono nel loro impasto di incomprensioni e, peggio ancora, di indifferenza.
L’Amministrazione provinciale si farà portavoce per sensibilizzare la Regione Basilicata e i Comuni della provincia a trovare le risorse necessarie affinché l’appello di Ulderico Pesce non cada nel vuoto e il patrimonio culturale della Basilicata si arricchisca di un nuovo e significativo tassello della sua cultura, tanto più preziosa quanto maggiormente riuscirà ad essere pubblicamente condivisa”.