Costringere i nostri giovani studenti a prepararsi con larghissimo anticipo senza avere contezza dei vari step che sono previsti e obbligarli, in alcuni casi, anche ad effettuare iscrizioni che poi potrebbero rivelarsi inutili, è un vero e proprio sopruso e mi chiedo se, in un momento storico caratterizzato dalla carenza di medici, peraltro acuita dalla recente pandemia, non sia necessario rivedere la regola del numero chiuso per l’accesso alla facoltà.
Il tutto, anche tenendo conto che sovente i ragazzi, sia per evitare lo spettro dei test che per rimediare all’esito negativo degli stessi, sono costretti a recarsi all’estero per conseguire la laurea e senza dimenticare che questo sistema, verosimilmente, non fa che favorire le lobbies del settore a discapito non solo di famiglie e studenti, ma anche della sanità italiana che, come detto, lamenta la carenza di personale medico”.